Giacomo Benevelli

English


Extract from the book Giacomo Benevelli Forme by Andrea B. Del Guercio,  published by Edizioni Casa del Mantegna, Mantua 2001

 

Over the last thirty years Benevelli has been engaged in an in-depth critical reflection that he has undertaken through his varied, systematic artistic production, characterised by highly specific, precious formal experimentations enshrined in extraordinary linguistic perfection as well as by outstanding monumental creations where action and the need to come to terms with public functions and spatial constraints require rigorous verifications and fruitful compromises allowing to achieve a mature conception of reality.

 

Individual artefacts come to life as the result of a carefully tested reflection process leading to a firm, aware separation from contingency meant as constant confrontation and dependence, to become unique witnesses to global unity as perceived through personal intuition.

Giacomo Benevelli said:

“A sculptural form changes when it is observed from a different viewpoint. The most important thing is for it to remain itself regardless of the observation point; because of its absoluteness, it should indeed be able to harmonise all possible formal solutions that make it a consistent entity. Moreover a sculptural form should vivify space, not only occupy it; it should trigger our curiosity to discover its hidden side so as to verify its expressive thoroughness.”

 

Over the last three decades Giacomo Benevelli’s specific and rigorous research, which combines theoretical assumptions and expressiveness, has embraced four distinct theme areas: Liaison, Magna Mater, Fluidi (Fluids) and Semi (Seeds).

Across these four large theme areas, Benevelli has followed an expressive pathway whose complexity and versatility are embodied by a targeted multiplication of forms and styles through the use of various materials (from bronze to marble to resin) and sizes, leading to an ever-changing functional relationship with furniture, urban architecture and sacred spaces.

 

In an essay written in 1997 on the development starting in 1959 of an abstract language, I emphasised “ the creation of a limited number of bronzes in which I see a sublime composition maturity and expressive awareness through the purity of surfaces and their clear-cut edges, through a patient arrangement of planes and an analytic reduction of any possible interferences Benevelli builds the strong and sensitive frame making up his visual grammar.”

Firmly sustained by his deep theoretical knowledge of art, which still characterises his works and was related in those years of ‘reconstruction’ to the need to achieve rigour and a strong awareness of creative experience. Benevelli adopts aesthetic solutions in which volume dissolves, losing its exclusive centrality and its preservative function, thus raising his sculpture to the level of the juxtaposition between ‘cocoon’ and ‘surface’ architectural system.


Andrea B. Del Guercio

Professor of History of Art at the Brera Academy of Art in Milan, Art Historian, Curator and Art Critic


 


Italiano


Tratto dal libro Giacomo Benevelli Forme di Andrea B. Del Guercio, edito da Edizioni Casa del Mantegna, Mantova 2001


Benevelli ha condotto in questo trentennio un percorso critico-riflessivo verificato su una articolata e sistematica produzione plastica, caratterizzata da approfondimenti formali preziosi e significativamente specifici e conclusi all’interno di una straordinaria perfezione linguistica, ma anche avvalorata e sostenuta da significative configurazioni monumentali in cui l’azione e il confront con la spazialita’ e funzionalita’ pubblica impone verifiche rigorose e quegli utili compromessi attraverso i quail matura la concezione della realta’.

 

E’ all’interno di un processo riflessivo attentamente verificato che il singolo manufatto plastic si propone attraverso l’affermazione cosciente di un processo di disgiunzione dal contingente, quale territorio di costante confronto e dipendenza, per essere di esso testimone particolare e prediletto di un’unita’ generale percepibile a livello di intuizione personale.

 

Sulla percezione della forma Giacomo Benevelli scrive:

“Una forma scultorea cambia se cambia il suo punto di osservazione. La cosa piu’ importante e’ che da ogni parte la si guarda rimanga se stessa. Nella propria assolutezza essa dovrebbe poter risolvere tutte le soluzioni formali che la rendono un’entita’ coerente. Inoltre, una forma scultorea deve vivificare uno spazio e non soltanto ingombrarlo, spingere la nostra curiosita’ a scoprire il suo lato nascosto per verificare la sua completezza espressiva.”

 

Su questo terreno specifico di ricerca, sia teorico che significativamente espressivo condotto con mo estrrigore da Giacomo Benevelli, si sono venute a costruire in questi ultimi tre decenni Quattro distinte aree tematiche, Liaison, Magna Mater, Fluidi e Semi. Attraverso queste Quattro grandi aree tematiche Benevelli racchiude un processo espressivo che si e’ gia’ osservato complesso ed articolato attraverso una mirata moltiplicazione di specificazioni formali, con variazioni tecniche di support, dal bronzo al marmot alla resina, di dimensione e quindi di rapport funzionale con l’arredamento, l’architettura urbana e lo spazio sacro.

 

 

In un saggio del 1997 dedicato alla maturazione avvenuta a partire dal 1959 di un linguaggio astratto ponevo in evidenza la redazione di un limitato numero di bronzi, in cui ritengo esemplarmente compiuta una condizione di maturita’ compositiva e di lucidita’ espressiva; la purezza della superficie ed il rigore del suo limite, la sistemazione paziente dei piani e l’analitica riduzione delle  interferenze sono i dati attraverso i quail Benevelli costituisce l’ossatura forte e sensibile della sua grammatical visiva.

 

Sicuramente forte di una consapevolezza teorica dell’arte, che tuttora gli e’ propria, e relative alle necessita’ di giungere, in quegli anni di ‘ricostruzione’, ad un rigore e ad una consapevolezza dell’esperienza creative, Benevelli elabora soluzioni plastiche in cui dissolve la centralita’ esclusiva del volume, come entita’ conservative e di preservazione, e quindi predispone la scultura sul piano di un dialettico rapport tra sistemi architettonici del ‘bozzolo’ con quelli della ‘superficie’.


Andrea B. Del Guercio

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